Itinerario a Peio
Chiesa di San Giorgio e San Lazzaro, Museo della Guerra 1914-1918 la Guerra sulla porta e Dosso di S.Rocco
Chiesa di San Giorgio e San Lazzaro, Peio Paese
La chiesa, dedicata ai Santi Giorgio e Lazzaro, sorge nel centro dell’abitato di Peio Paese, eretta nel 1384, nel 1481 ebbe il fonte battesimale ed un sacerdote stabile. La chiesa primitiva fu demolita nella prima metà del ‘400 e ad essa forse appartiene l’architrave del portale dell’attuale ingresso laterale se la data che A. Siber lesse nel 1897 fosse 1252 e non 1535 come altri ritengono.
L’attuale struttura è da riferire alla ricostruzione avvenuta, sul medesimo sito, intorno alla fine del ‘400. Successivi ampliamenti e rifacimenti ne modificarono l’aspetto originario. Nel 1595, infatti, fu aggiunto il corpo della sagrestia. Nel 1617 il vescovo suffraganeo P. Belli ordinò di coprire gli affreschi, di ampliare la chiesa e di rifare il presbiterio in proporzione agli ingrandimenti previsti. In ottemperanza a tali prescrizioni tra il 1620 e il 1624 si prolungò la chiesa di una campata e si aggiunse una navata più piccola di quella già esistente. Sopra la meridiana dipinta sul muro esterno del presbiterio vi era un’iscrizione che ricordava tali interventi. La cappella laterale sinistra, dedicata a Sant’Antonio di Padova e progettata da Don A.Rigo de Righis, fu eretta nel 1684. Negli anni 1830, 1848 e 1855 furono eseguite opere di risanamento e miglioria; nel 1884 si abbassò il piano delle navate, lasciando inalterati quelli del presbiterio e della cappella laterale. Nel 1922 si consolidarono le murature e le fondazioni e si restaurò tutto l’edificio. Nel 1964 si demolirono la cantoria e la sagrestia che fu riedificata sul lato opposto della chiesa. L’edificio venne così ad assumere un aspetto articolato ed irregolare
A lato della chiesa, ma staccato da essa, vi è l’alto campanile concluso da una cuspide piramidale, la parete meridionale era completamente decorata con affreschi: ormai illeggibile è la figura (la Morte o Saturno), reggente la clessidra nella mano sinistra e la falce nella destra, che stava sopra la grandiosa immagine di San Cristoforo, eseguita, come afferma N. Rasmo, dai fratelli Giovanni e Battista Baschenis pochi anni dopo la costruzione del campanile.
Museo della Guerra 1914-1918 la Guerra sulla porta, Peio Paese
La Prima Guerra Mondiale ebbe inizio il 28 luglio 1914 con il conflitto tra il Regno di Serbia e l’Impero austro-ungarico, di cui il Trentino era parte, costringendo le popolazioni solandre a essere coinvolte. Quando il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra, il paese di Peio è in prima linea sul fronte di difesa del Tirolo, che correva lungo ghiacciai e nevai a un’altitudine superiore ai 3.000 metri. Gli abitanti di Pejo si trovarono così la “Guerra sulla porta” e il nome del Museo vuole proprio rimarcare il senso di coinvolgimento dell'intera comunità in una guerra immane, che ha cambiato la fisionomia del mondo.
Il Museo di Pejo è uno dei pochi dedicato alla Guerra Bianca, agli eventi militari della Prima Guerra Mondiale che si sono svolti in alta quota.
Le raccolte permettono di conoscere l’esperienza dei soldati al fronte, ricostruendo una parte importante della storia non solo della piccola comunità di Peio, ma di tutti i soldati sul fronte della Grande Guerra.
A pochi passi dal Museo di Pejo si può trovare il dosso di San Rocco, che prende il suo nome dalla chiesetta eretta nel XV secolo come voto perenne della popolazione al Santo per la protezione dalla peste. La chiesa, consacrata nel 1500, era luogo di pellegrinaggio, così come testimoniano gli Atti Visitali, in cui si legge che “in summitate fere montis posita supra Peium, quo solet devotionis ergo magnus excursus populi convenire et saepe in ea res divina peragitur”. Si trattava inizialmente di un semplice sacello; un voto popolare, fatto in occasione della grande moria di bestiame, grazie al quale il giorno di San Rocco sarebbe stato festeggiato ogni anno con rinnovata devozione, contribuì, insieme alla peste scoppiata nel ‘600, a far sì che la chiesa fosse rinnovata con l’aggiunta dell’aula nel 1646 ed arricchita con donazioni e lasciti.
Durante la prima Guerra mondiale il dosso di S. Rocco fu scelto come cimitero per i soldati deceduti sul vicino fronte austro-italiano. Nel periodo bellico trovarono dimora le spoglie di 104 caduti, soldati austro-ungarici, prigionieri russi e pochi italiani. Dopo la fine della guerra furono esumati e trasferiti in altri cimiteri.
Il luogo, dal 2004, è diventato nuovamente cimitero di soldati e, immerse nel verde, sono conservate le spoglie di 3 Kaiserschützen austriaci, che persero la vita nella battaglia del San Matteo il 3 settembre 1918 insieme ad altri 5 militari recuperati sui ghiacciai negli ultimi anni.
Visita il sito del Museo
La chiesa, dedicata ai Santi Giorgio e Lazzaro, sorge nel centro dell’abitato di Peio Paese, eretta nel 1384, nel 1481 ebbe il fonte battesimale ed un sacerdote stabile. La chiesa primitiva fu demolita nella prima metà del ‘400 e ad essa forse appartiene l’architrave del portale dell’attuale ingresso laterale se la data che A. Siber lesse nel 1897 fosse 1252 e non 1535 come altri ritengono.
L’attuale struttura è da riferire alla ricostruzione avvenuta, sul medesimo sito, intorno alla fine del ‘400. Successivi ampliamenti e rifacimenti ne modificarono l’aspetto originario. Nel 1595, infatti, fu aggiunto il corpo della sagrestia. Nel 1617 il vescovo suffraganeo P. Belli ordinò di coprire gli affreschi, di ampliare la chiesa e di rifare il presbiterio in proporzione agli ingrandimenti previsti. In ottemperanza a tali prescrizioni tra il 1620 e il 1624 si prolungò la chiesa di una campata e si aggiunse una navata più piccola di quella già esistente. Sopra la meridiana dipinta sul muro esterno del presbiterio vi era un’iscrizione che ricordava tali interventi. La cappella laterale sinistra, dedicata a Sant’Antonio di Padova e progettata da Don A.Rigo de Righis, fu eretta nel 1684. Negli anni 1830, 1848 e 1855 furono eseguite opere di risanamento e miglioria; nel 1884 si abbassò il piano delle navate, lasciando inalterati quelli del presbiterio e della cappella laterale. Nel 1922 si consolidarono le murature e le fondazioni e si restaurò tutto l’edificio. Nel 1964 si demolirono la cantoria e la sagrestia che fu riedificata sul lato opposto della chiesa. L’edificio venne così ad assumere un aspetto articolato ed irregolare
A lato della chiesa, ma staccato da essa, vi è l’alto campanile concluso da una cuspide piramidale, la parete meridionale era completamente decorata con affreschi: ormai illeggibile è la figura (la Morte o Saturno), reggente la clessidra nella mano sinistra e la falce nella destra, che stava sopra la grandiosa immagine di San Cristoforo, eseguita, come afferma N. Rasmo, dai fratelli Giovanni e Battista Baschenis pochi anni dopo la costruzione del campanile.
Museo della Guerra 1914-1918 la Guerra sulla porta, Peio Paese
La Prima Guerra Mondiale ebbe inizio il 28 luglio 1914 con il conflitto tra il Regno di Serbia e l’Impero austro-ungarico, di cui il Trentino era parte, costringendo le popolazioni solandre a essere coinvolte. Quando il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra, il paese di Peio è in prima linea sul fronte di difesa del Tirolo, che correva lungo ghiacciai e nevai a un’altitudine superiore ai 3.000 metri. Gli abitanti di Pejo si trovarono così la “Guerra sulla porta” e il nome del Museo vuole proprio rimarcare il senso di coinvolgimento dell'intera comunità in una guerra immane, che ha cambiato la fisionomia del mondo.
Il Museo di Pejo è uno dei pochi dedicato alla Guerra Bianca, agli eventi militari della Prima Guerra Mondiale che si sono svolti in alta quota.
Le raccolte permettono di conoscere l’esperienza dei soldati al fronte, ricostruendo una parte importante della storia non solo della piccola comunità di Peio, ma di tutti i soldati sul fronte della Grande Guerra.
A pochi passi dal Museo di Pejo si può trovare il dosso di San Rocco, che prende il suo nome dalla chiesetta eretta nel XV secolo come voto perenne della popolazione al Santo per la protezione dalla peste. La chiesa, consacrata nel 1500, era luogo di pellegrinaggio, così come testimoniano gli Atti Visitali, in cui si legge che “in summitate fere montis posita supra Peium, quo solet devotionis ergo magnus excursus populi convenire et saepe in ea res divina peragitur”. Si trattava inizialmente di un semplice sacello; un voto popolare, fatto in occasione della grande moria di bestiame, grazie al quale il giorno di San Rocco sarebbe stato festeggiato ogni anno con rinnovata devozione, contribuì, insieme alla peste scoppiata nel ‘600, a far sì che la chiesa fosse rinnovata con l’aggiunta dell’aula nel 1646 ed arricchita con donazioni e lasciti.
Durante la prima Guerra mondiale il dosso di S. Rocco fu scelto come cimitero per i soldati deceduti sul vicino fronte austro-italiano. Nel periodo bellico trovarono dimora le spoglie di 104 caduti, soldati austro-ungarici, prigionieri russi e pochi italiani. Dopo la fine della guerra furono esumati e trasferiti in altri cimiteri.
Il luogo, dal 2004, è diventato nuovamente cimitero di soldati e, immerse nel verde, sono conservate le spoglie di 3 Kaiserschützen austriaci, che persero la vita nella battaglia del San Matteo il 3 settembre 1918 insieme ad altri 5 militari recuperati sui ghiacciai negli ultimi anni.
Visita il sito del Museo