Quel tesoro nascosto chiamato bosco
StelvioLAB - Puntata 2
Ci accompagnano in questo viaggio:
Guida: Sofia Moreschini, studentessa
Esperti:
Marcello Scutari - Esperto Parco Nazionale dello Stelvio
Jessica Gentilini - Guardia forestale Parco Nazionale dello Stelvio
Fausto Ceschi - Parco Nazionale dello Stelvio
Sara Zappini - Direttrice Terme di Rabbi
Guida: Sofia Moreschini, studentessa
Esperti:
Marcello Scutari - Esperto Parco Nazionale dello Stelvio
Jessica Gentilini - Guardia forestale Parco Nazionale dello Stelvio
Fausto Ceschi - Parco Nazionale dello Stelvio
Sara Zappini - Direttrice Terme di Rabbi
Le foreste del Parco
Il bosco nel settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio è composto principalmente da conifere dominate dall'abete rosso e dal larice. Al di sopra del bosco si estendono le praterie di alta quota intervallate da una cintura di arbusti che accompagna la trasformazione del bosco negli ambienti aperti di prateria alpina. Gli arbusti sono spesso dominati dal rododendro ferrugineo, dal ginepro, soprattutto nei versanti esposti a sud, e localmente dal pino mugo. Le estese praterie alpine che si collocano al di sopra del limite degli arbusti contorti, malgrado presentino ancora condizioni di vita difficili, si contraddistinguono rispetto alle aree di alta quota poiché sono caratterizzate da una maggiore diversificazione di ambienti. Le differenti peculiarità degli habitat sono legate al tipo di roccia, al clima e all’esposizione. Gli orizzonti superiori, infine, si collocano sulle propaggini più alte delle montagne e rappresentano gli ambienti più inospitali. Si tratta di zone di macereto, rocce o conche dove la copertura nevosa rimane per lungo tempo, luoghi in cui le condizioni favorevoli alla vita possono essere limitate a poche settimane lungo il corso dell’anno.
Le strategie delle piante per sopravvivere in montagna
I boschi di alta quota e le specie che li vivono hanno dei comportamenti diversi rispetto a quelli delle aree di media e bassa valle. Visto da lontano, il limite del bosco sembra una linea che si protrae più o meno in orizzontale lungo le montagne. Fino a questa linea, gli alberi crescono in associazioni più o meno compatte. Sopra questo limite si trovano invece unicamente piante isolate. Per questo motivo si definisce anche il cosiddetto limite degli alberi (o della vegetazione arborea). Oltre questo limite le piante arboree vengono sostituite dalle piante arbustive, più adatte a sopravvivere al clima delle alte quote in particolare quando le copiose nevicate unite allo sferzare del vento potrebbero danneggiare o addirittura sradicare le piante. Salendo ulteriormente la scarsità di suolo e il breve periodo estivo impediscono anche a queste forme di vita di sopravvivere. Qui le piante legnose vengono sostituite dalle piante erbacee che nelle aree più adatte formano dei tappeti continui ma portandosi ancora più in alto, lentamente, anch’esse si diradano e si mischiano ai muschi e licheni: i pionieri della colonizzazione delle aree sommitali.
Le foreste come fonte di energia e materiale da costruzione
Storicamente, il legname ha sempre avuto un ruolo centrale nella vita delle popolazioni delle valli alpine: ha dato loro modo di sopravvivere in climi inospitali per molti mesi dell'anno e ha fornito anche ricchezza economica, attraverso il commercio con i territori di pianura e l'esportazione dei tipi di legnami più pregiati. Le testimonianze storiche presenti ancora qua e là in vari borghi del Parco Nazionale dello Stelvio raccontano il lavoro del passato (su tutte, le segherie veneziane) e offrono un ottimo termine di paragone rispetto all'attuale gestione delle foreste. Anche oggi si può gestire il bosco in modo responsabile: per riuscirci, esistono diverse certificazioni di qualità e criteri per un corretto taglio del bosco.
Forest Europe, la conferenza ministeriale per la Protezione delle foreste in Europa, ha dato una definizione della gestione forestale sostenibile, adottata anche dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura): "La gestione e l'uso delle foreste e dei terreni forestali in un modo e ad un ritmo che mantengano la loro biodiversità, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità e il loro potenziale per svolgere, ora e in futuro, le loro funzioni ecologiche, economiche e sociali, a livello locale, nazionale e globale e che non provochino danni ad altri ecosistemi".
Il bosco un mondo di vita
Dalla buona salute dei nostri boschi non dipende soltanto il benessere degli esseri umani. I boschi danno riparo a svariate forme di vita, vegetali e animali.
In questa grande orchestra ogni elemento ha un ruolo fondamentale per mantenere il delicato equilibrio. Infatti, la sinergia che si instaura fra i diversi elementi quali funghi, piante ed animali rende l’ecosistema foresta un sistema concatenato da relazioni molto strette e indispensabili per la sua stessa stabilità nel lungo tempo.
Quindi osservando con un pò di attenzione è possibile scorgere le svariate forme di vita che sopravvivono all’ombra delle piante arboree: gli arbusti e la rinnovazione forestale stessa, le briofite, i funghi e gli animali che, a loro volta, come le fondamenta di una grande costruzione sorreggono e permettono la vita dei grandi alberi.
Il bosco che cura
Il Parco Nazionale dello Stelvio Trentino ha inaugurato un paio di anni fa il primo percorso di “park therapy”: mezzo chilometro, all'interno del bosco, per migliorare il benessere fisico e psichico grazie al ritrovato legame tra uomo e Terra. Tecnicamente si parla di “forest bathing”. O, per dirla in giapponese (Paese nel quale la tecnica è da tempo riconosciuta), “shinrin-yoku”: in pratica, una “immersione” in un bosco, all'interno di itinerari studiati per esaltare al massimo le potenzialità dell'incontro tra uomo e natura: risultati positivi sono tanti: effetti benefici sul sistema cardiovascolare, sull'apparato respiratorio, su quello motorio e sul fronte psicologico.
Approfondisci con l'esperto
Se tu e i tuoi compagni avete domande circa le tematiche trattate nel video o avete piacere di approfondire l'argomento, i invitiamo a scrivere un e-mail a comunicazione@visitvaldisole.it per prenotare una videoconferenza con uno degli esperti intervenuti nel video . Vi preghiamo di indicare nel testo dell'e-mail:- la video lezione a cui vi riferite e la tematica che vorreste approfondire;
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