Catture di cervo in corral
di Marta Gandolfi
Una struttura in legno si erge nel bosco, tra gli alberi ma vicino alla strada forestale. Adiacente ad essa, un cartello del Parco Nazionale dello Stelvio riporta “TRAPPOLA DI CATTURA PER CERVI”, ne spiega il senso ed il progetto a cui è legata.
I “corral” sono recinti in legno, di forma pressappoco ovale, con un diametro di circa 8 metri nella loro lunghezza maggiore e 3 metri circa di altezza, con una porta scorrevole che si attiva meccanicamente dall’interno e si chiude “muovendo” un filo tirato orizzontalmente il quale, tramite un apposito meccanismo di pesi, corde e carrucole, ne attiva lo scorrimento verso il basso e la conseguente chiusura. Si tratta, quindi, di trappole autoscattanti che sono adibite alla cattura dei cervi. Gli animali vengono attratti all’interno del recinto mediante esche alimentari (mele, mangime fioccato e fieno). Il cibo viene posizionato all’estremità opposta della porta scorrevole, così come il filo tirato, di modo che i cervi, cercando di raggiungere l’alimento, tocchino il filo, attivando la chiusura della porta dall’altra parte del recinto.
Solitamente i cervi vengono catturati tramite l’uso dei corral durante la seconda metà dell’inverno, da gennaio a marzo, periodo in cui, per la scarsità di cibo disponibile, sono più proni ad entrare nei recinti per alimentarsi.
Quando i corral non vengono usati, la porta viene fissata in alto, tramite appositi perni e tenuta aperta in sicurezza. Quando invece si esegue una sessione di cattura, le trappole a corral vengono attivate al tramonto, restando attive fino all’alba. Attivata la trappola, la squadra di cattura è operativa e pronta ad intervenire, non appena i cervi entrano nel recinto e lo fanno scattare. Due fototrappole sono posizionate dentro al corral, una che inquadri la porta a scorrimento e una che inquadri l’altra estremità del recinto, dove si trovano cibo e filo tirato. Queste fototrappole inviano delle foto su un’apposita applicazione per smartphone, così da permettere agli operatori di vedere in tempo reale cosa succede e quali animali sono entrati.
Inoltre, un allarme si attiva alla chiusura della porta inviando immediatamente una notifica sonora sui cellulari degli operatori della squadra di cattura, così da potersi recare subito al corral per effettuare sedazione, manipolazione e marcatura degli animali.
Ma perché si catturano i cervi nel Parco Nazionale dello Stelvio?
I cervi vengono catturati a scopo scientifico, nell’ambito del Progetto cervo, il Piano di conservazione e Gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio trentino e in Val di Sole, per la raccolta di misure biometriche, per la marcatura con marche auricolari e per l’applicazione di collari GPS e colorati catarifrangenti, strumenti che permettono il riconoscimento e la tracciatura degli animali per poter reperire informazioni importanti al loro studio, per la loro conservazione. I collari GPS, grazie all’invio e alla ricezione delle loro localizzazioni nel tempo, ci aiuteranno a studiare il comportamento spaziale dei cervi nel Parco e in Val di Sole, importante tassello da aggiungere a tutte le informazioni che costantemente vengono raccolte sulla consistenza, sulla struttura di popolazione per classi di sesso e di età, sulla loro condizione fisica e su altri aspetti, in modo da ottenere elementi sempre più precisi per la gestione delle popolazioni presenti all’interno dell’area protetta, anche rispetto alla recente attivazione del controllo numerico del cervo nel Parco, volto a ridurre gli squilibri ecologici da esso arrecati all’ecosistema e nei restanti territori della Val di Sole sottoposti a prelievo venatorio.
I collari colorati e muniti di placche catarifrangenti, anch’esse colorate, permetteranno di renderli facilmente riconoscibili per l’avvistamento ripetuto durante le operazioni di conteggio notturno primaverile con faro, per reperire dati sulla sopravvivenza, su eventuali spostamenti e per applicare tecniche statistiche e modelli matematici per ottenere stime di consistenza robuste.
Marche auricolari e collari catarifrangenti o GPS vengono applicati secondo precisi protocolli e combinazioni dei loro relativi colori, per avere più possibilità di marcatura ed evitare errori di marcature identiche multiple.
I “corral” sono recinti in legno, di forma pressappoco ovale, con un diametro di circa 8 metri nella loro lunghezza maggiore e 3 metri circa di altezza, con una porta scorrevole che si attiva meccanicamente dall’interno e si chiude “muovendo” un filo tirato orizzontalmente il quale, tramite un apposito meccanismo di pesi, corde e carrucole, ne attiva lo scorrimento verso il basso e la conseguente chiusura. Si tratta, quindi, di trappole autoscattanti che sono adibite alla cattura dei cervi. Gli animali vengono attratti all’interno del recinto mediante esche alimentari (mele, mangime fioccato e fieno). Il cibo viene posizionato all’estremità opposta della porta scorrevole, così come il filo tirato, di modo che i cervi, cercando di raggiungere l’alimento, tocchino il filo, attivando la chiusura della porta dall’altra parte del recinto.
Solitamente i cervi vengono catturati tramite l’uso dei corral durante la seconda metà dell’inverno, da gennaio a marzo, periodo in cui, per la scarsità di cibo disponibile, sono più proni ad entrare nei recinti per alimentarsi.
Quando i corral non vengono usati, la porta viene fissata in alto, tramite appositi perni e tenuta aperta in sicurezza. Quando invece si esegue una sessione di cattura, le trappole a corral vengono attivate al tramonto, restando attive fino all’alba. Attivata la trappola, la squadra di cattura è operativa e pronta ad intervenire, non appena i cervi entrano nel recinto e lo fanno scattare. Due fototrappole sono posizionate dentro al corral, una che inquadri la porta a scorrimento e una che inquadri l’altra estremità del recinto, dove si trovano cibo e filo tirato. Queste fototrappole inviano delle foto su un’apposita applicazione per smartphone, così da permettere agli operatori di vedere in tempo reale cosa succede e quali animali sono entrati.
Inoltre, un allarme si attiva alla chiusura della porta inviando immediatamente una notifica sonora sui cellulari degli operatori della squadra di cattura, così da potersi recare subito al corral per effettuare sedazione, manipolazione e marcatura degli animali.
Ma perché si catturano i cervi nel Parco Nazionale dello Stelvio?
I cervi vengono catturati a scopo scientifico, nell’ambito del Progetto cervo, il Piano di conservazione e Gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio trentino e in Val di Sole, per la raccolta di misure biometriche, per la marcatura con marche auricolari e per l’applicazione di collari GPS e colorati catarifrangenti, strumenti che permettono il riconoscimento e la tracciatura degli animali per poter reperire informazioni importanti al loro studio, per la loro conservazione. I collari GPS, grazie all’invio e alla ricezione delle loro localizzazioni nel tempo, ci aiuteranno a studiare il comportamento spaziale dei cervi nel Parco e in Val di Sole, importante tassello da aggiungere a tutte le informazioni che costantemente vengono raccolte sulla consistenza, sulla struttura di popolazione per classi di sesso e di età, sulla loro condizione fisica e su altri aspetti, in modo da ottenere elementi sempre più precisi per la gestione delle popolazioni presenti all’interno dell’area protetta, anche rispetto alla recente attivazione del controllo numerico del cervo nel Parco, volto a ridurre gli squilibri ecologici da esso arrecati all’ecosistema e nei restanti territori della Val di Sole sottoposti a prelievo venatorio.
I collari colorati e muniti di placche catarifrangenti, anch’esse colorate, permetteranno di renderli facilmente riconoscibili per l’avvistamento ripetuto durante le operazioni di conteggio notturno primaverile con faro, per reperire dati sulla sopravvivenza, su eventuali spostamenti e per applicare tecniche statistiche e modelli matematici per ottenere stime di consistenza robuste.
Marche auricolari e collari catarifrangenti o GPS vengono applicati secondo precisi protocolli e combinazioni dei loro relativi colori, per avere più possibilità di marcatura ed evitare errori di marcature identiche multiple.